Città Studi cambia volto: in arrivo un nuovo campus e un futuro da hub universitario

Il quartiere di Città Studi, cuore pulsante dell’Università degli Studi di Milano, si prepara a una trasformazione storica. Con il trasferimento delle facoltà scientifiche a MIND, l’ex area Expo, si apre una nuova fase che non stravolgerà l’identità del quartiere, ma la rilancerà. Comune di Milano e Statale hanno firmato un nuovo protocollo d’intesa per definire il futuro di Città Studi, che resterà un punto di riferimento per la vita universitaria in città.

Indice:

Le facoltà scientifiche traslocano a MIND: cosa succede ora?

Il progetto del nuovo campus scientifico a MIND è già realtà. L’Università Statale ha approvato il piano definitivo nel 2022, e l’inaugurazione è prevista per il 2026. Il nuovo polo accoglierà oltre 23.000 tra studenti, ricercatori, docenti e personale, in un ambiente all’avanguardia dove scienza, innovazione e ricerca saranno al centro.

Ma cosa accadrà agli edifici lasciati vuoti a Città Studi? È questa la domanda su cui lavorerà il tavolo tecnico istituito con il nuovo protocollo firmato tra Unimi e Palazzo Marino. L’obiettivo è chiaro: preservare la vocazione universitaria dell’area e rilanciarla in chiave moderna.

Città Studi resta universitaria: arriva il campus di Scienze Sociali e Beni Culturali

Il futuro del quartiere non sarà legato solo alla memoria del passato. I corsi umanistici, in particolare quelli di Scienze Sociali e Beni Culturali, troveranno casa proprio negli spazi lasciati liberi dai dipartimenti scientifici. Il nuovo campus sorgerà nelle strutture demaniali tra via Celoria, via Ponzio, via Botticelli, via Saldini e via Colombo.

L’università punta a creare un polo attrattivo e moderno, perfettamente integrato nel tessuto del quartiere. Il futuro di Città Studi sarà quindi caratterizzato da nuove biblioteche, residenze universitarie e laboratori di ricerca: tutto pensato per accogliere una comunità giovane, internazionale e orientata alla conoscenza.

Il tavolo tecnico per ridisegnare il quartiere

Uno dei punti centrali dell’accordo tra Università e Comune è la nascita di un vero e proprio hub della conoscenza. L’area compresa tra via Celoria, via Golgi, via Ponzio, via Venezian e via Pascal 36 sarà oggetto di studio per individuare nuovi usi funzionali e coerenti con l’identità universitaria del quartiere.

Come ha dichiarato la rettrice Marina Brambilla, l’intenzione è quella di non disperdere il patrimonio costruito e umano di Città Studi, ma di trasformarlo in un motore di crescita culturale. Sulla stessa linea anche l’assessore comunale alla Rigenerazione Urbana, Giancarlo Tancredi, che parla di uno scenario fatto di spazi per lo studio, la socialità e la ricerca, in piena sintonia con le esigenze del nuovo tessuto urbano.

Tre poli per la Statale: un nuovo assetto per l’università

Con questa riorganizzazione, l’Università degli Studi di Milano si muove verso un modello distribuito su tre grandi poli:

  • Sede centrale in via Festa del Perdono
  • Campus scientifico a MIND, nel distretto dell’innovazione
  • Campus umanistico a Città Studi

Un assetto pensato per rispondere in modo più efficace alle esigenze della didattica e della ricerca, ma anche per valorizzare immobili e aree della città in ottica strategica.

All’asta gli edifici non più funzionali

Non tutto verrà riconvertito. Alcuni immobili di proprietà della Statale, che non rientrano nei piani del nuovo assetto, saranno messi all’asta. Parliamo di edifici situati in:

  • via Vanvitelli 32
  • via Balzaretti 9, 11 e 13
  • via Trentacoste 2
  • via Noto 6 e 8
  • viale Ortles 22/4

Un’operazione che mira a razionalizzare le risorse e destinare gli spazi solo a progetti coerenti con la nuova visione universitaria.

Il futuro di Città Studi è già in movimento

La trasformazione è solo all’inizio, ma le basi sono solide. Grazie alla collaborazione tra Comune e Università, il futuro di Città Studi si preannuncia ricco di opportunità: un quartiere che continuerà ad attrarre studenti, ricercatori e professionisti, mantenendo il suo spirito giovane e innovativo.

Non si tratta solo di rigenerare edifici, ma di ridare valore a un’intera zona della città, mantenendo viva la sua identità accademica e aprendola a nuovi scenari di crescita.

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