Vendere una casa in centro a Milano, tasse e costi da affrontare

Costi per vendere una casa in centro a Milano

Cosa deve pagare chi desidera vendere una casa in centro a Milano? In questo breve articolo andremo a scoprire insieme quali sono i costi da considerare, oltre che le tasse da pagare, per chi decide di vendere la propria casa nel capoluogo meneghino.

Indice:

Quali sono i costi che deve sostenere chi vende casa a Milano

Vendere per comprare una casa più grande, per cambiare città o Paese, per trasferirsi in una zona più tranquilla o in una un po’ più movimentata, vendere perché non si vuole ristrutturare o mettere in locazione l’immobile ereditato; ci sono davvero infinite motivazioni che spingono un proprietario a vendere un immobile, ma quali sono i costi per una vendita di una casa a Milano?

Quando si decide di vendere un immobile occorre considerare dei costi; alcuni sono facoltativi, mentre altri sono obbligatori. Nella fattispecie, ci possono essere delle spese relative a delle migliorie estetiche dell’immobile, che variano a seconda del lavoro eseguito (ad esempio, una semplice imbiancatura dei muri avrà un costo diverso che una completa ristrutturazione), ma anche spese obbligatorie, che riguardano la relazione tecnica di compravendita, che per comodità chiamiamo “costi correlati”, poiché sono volti ad accertare:

  • agibilità dell’immobile
  • conformità urbanistica
  • regolarità catastale

Infine, tra le spese preliminari di una vendita a carico del venditore troviamo anche quelle che riguardano eventuali sanatorie e i documenti obbligatori da presentare nell’atto di compravendita, come l’Attestato di Prestazione Energetica, meglio conosciuta come APE.

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Chi vende una casa deve pagare le tasse?

Dopo aver visto i costi da sostenere, rispondiamo insieme a un’altra domanda: il proprietario che vende casa deve pagare le tasse? Tutto dipende dall’acquisto:

se la casa che deve essere venduta è stata acquistata da più di 5 anni, no. In questo caso, infatti, non avrà l’obbligo di pagare l’IRPEF sulle plusvalenze o altre imposte e neppure sulle eventuali agevolazioni fiscali ottenute;

se la casa da vendere è stata acquistata da meno di 5 anni, allora occorrerà pagare l’IRPEF, che oscillerà in base al reddito del soggetto, dal 23% fino al 43%, oppure valutare l’imposta sostitutiva al 26%, incassata dal notaio. Ma bisogna fare attenzione, perché in questo secondo caso saranno perdute tutte le agevolazioni ottenute, con un ulteriore versamento delle imposte non pagate al primo rogito, comprensive di interessi.

Per riassumere, i casi in cui il venditore non deve pagare le tasse sulla casa sono quattro:

  1. quando l’immobile è stato acquistato da più di 5 anni;
  2. quando l’immobile è stato acquisito per successione ereditaria;
  3. quando la proprietà risulta essere l’abitazione principale, detta anche “prima casa”,
  4. quando la casa è stata ottenuta attraverso una donazione e sono passati più di 5 anni.
Costi per vendere una casa in centro a Milano
Costi per vendere una casa in centro a Milano

Vendere una casa ereditata

Quanto deve pagare chi vuole vendere una casa ereditata? Per prima cosa, occorre pagare le imposte sull’eredità, in una percentuale che oscilla fra i 4 e l’8% a seconda del grado di parentela, poi bisogna versare l’imposta catastale e ipotecaria, rispettivamente all’1 e 2 % dell’immobile. Attenzione, però, perché i medesimi costi valgono anche per la donazione, alla quale andrebbe aggiunta una polizza assicurativa per “donazione sicura”, che abbia l’obiettivo di tutelare gli eventuali acquirenti degli immobili.

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Chi paga il notaio

Concludiamo il nostro breve articolo su costi e tasse di una vendita di un immobile rispondendo alla domanda: chi vende casa paga il notaio? La risposta la troviamo all’articolo n. 1575 del Codice Civile, che stabilisce:

 “Le spese del contratto di vendita e le altre accessorie sono a carico del compratore, se non è stato pattuito diversamente.”

In poche parole, la parte venditrice non dovrà sostenere né le spese per il contratto di vendita dell’immobile, né le spese notarili. A tal proposito, però, occorre evidenziare che la normativa, come si evince dal sopracitato art. 1475, dà la possibilità di dividere equamente le spese tra la parte venditrice e quella acquirente, mediante una deroga nello stesso contratto di compravendita.

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